Bank Office Gimme the Loot

Pubblicato il 26 aprile 2025 alle ore 17:46

I fatti e i personaggi sono puro frutto di

fantasia

 

 

 

 

BANK office gimme the loot.

 

 

Sono uno scrittore e sono

matto.Putoeacapo.

Hank,queste righe sono per te,la città non

è ancora stata presa,ci sono degli scoppiati

veri che sopravvivono in questi sitypunti.

Mi confesso,l’ho organizzata io la rapina

che si è tenuta la sera del 7 Marzo 2150

alla BANCA ,Roma anno Zero,via

general dell'orso.Italiani,mettetemi in

manette.Italiani,compratevi questo libro e

poi andate di corsa a chiamare la polizia.

Mi chiamano “DjPizzo”,lavoro dall’1 al

15 di ogni maledetto mese.Quindici giorni

di duro lavoro e quindici giorni a pensare

a come poter fuggire dalle 6 ore

lavorative.Le ho pensate tutte,la soluzione

più logica mi è sembrata scrivere.”

Testimonianze di atti osceni in luogo

pubblico” è un libro molto

autobiografico,che parla della mia storia

dagli inizi,ma penso che nessuno voglia

sapere del mio passato,non ho cercato

neanche di farlo pubblicare.Le poesie sul

blog

“mancienonricevuteconricevutadinonritor

no” sono state uno sfogo dopo che sono

stato rilasciato da una clinica

pissichiatrica.

Questo invece,è il mio niente per niente in

cerca di un futuro lontano dalla monotonia

delle 6 ore lavorative.Butto ju tutto,lo

faccio come solo un vero ubriacone può

riuscire a farlo.

La rapina mi ha fruttato si e no 20000

euro.La polizia mi ha fatto delle

domande,ma senza questa dichiarazione

scritta non hanno nessuna prova che sia

stato io ad architettare tutto.

Perché lo faccio?Per quale motivo mi

confesso?Ve lo state chiedendo?Questa

volta,voglio tutto il bottino.

Mi sono alzato dalla panchina di un parco

per sfidare i giganti della letteratura in

battaglia,scriveva Bukowski in “Barbone

incorreggibile”. Questa è la mia guerra

sanquentina,la galera sarà soltanto

un’esperienza sulla quale scriverci

sopra.Italiani,mettetemi pure in

manette.Pappatevi un po’ della robbetta

mia però.Per due anni non ho pensato ad

altro che ad organizzare questa rapina.

Lavoravo di giorno e lavoravo di

notte.Impiegato bancario il dì e pr matto e

bevone il lunedì.Avevo una lista alla serata

OLTRE IL LUNEDÌ di Roma. La notte

bevevo,cazzo quanto

bevevo,birra,negroni,gin lemon,vodka

liscia e la mattina andavo a lavorare senza

dormire.Giornate piene di svarioni,nelle

quali il vostro disagio es vivo ed ha le

sembianze di un mio lassativo.Riuscivo ad

alzarmi,parlando di blin blin,con le

persone che entravano nella mia lista,solo

20 euro a serata.Niente insomma che si

avvicini minimamente a quanto mi ha

fruttato la rapina,e a quanto si possa fare

con una dichiarazione scritta di un fatto

accaduto realmente.

Queste righe sono per LA CIRCE, mostro

dell’ultimo livello del gioco,la ragazza del

dj resident della serata nella quale

lavoravo,il più bel culo di Roma.Nessun

uomo sulla terra può immaginarsi quanto

io abbia voglia di leccarle la fica,qualche

lesbica mi capirà,ma non ne sono

sicuro.Chissà se delle parole scritte a

mano su un quadernaccio non possano

valere quel qualcosa in più per farla

avvicinare a me.Sono uscito fuori tema?

Volete sapere come è andata in ufficio?

Piano,piano ci arrivo,non vi

preoccupate.Datemi tempo,vi racconterò

tutto per filo e per segno.

Esistono due turni in ufficio,si lavora dalle

08:00 alle 14:10 o dalle 13.30 alle

19:40.Le giornate sono svuotate. Le frasi

che si dicono sono sempre le stesse.”

buongiorno”,”buonasera”,”inserisca la

carta”,”paga in contanti?”Estragga la

carta”.Con i colleghi c’è poco spazio per

poter parlare,la direttrice tra le altre

cose,non vuole che si facciano

conversazioni durante le ore lavorative. I

clienti sono per la maggior parte

anziani ,solitamente si lamentano o fanno

domande stupide tipo:”funzionano le A?””

Ma non c’è nessuno alle C?”. Insomma

ognuno ha i suoi inferni. Il mio è di essere

intrappolato in giornate che si

assomigliano troppo tra loro.

L’idea del colpo mi è venuta durante una

conversazione con il mio

complice,MOHAMMED

GESUALDO,MOHAMMED

GESUALDO non ha un lavoro,però ha

una pistola.E’ menomato ad un braccio e

per vivere è costretto a spacciare la

cocaina.

Avete capito bene,in Italia è già difficile

che una persona sana trovi lavoro,quelle

con disabilità sono costrette a spacciare o

a inventarsi qualcosa per avere da

mangiare.Ho detto a MOHAMMED

GESUALDO :”facciamolo!”

“deve essere un colpo pulito,senza nessun

ferito”.La disperazione fa arrivare a

pensarle tutte. MOHAMMED

GESUALDO aveva bisogno di soldi per

poter campare ed io ne avevo la necessità

per aprirmi uno studio di tattoo con il mio

amico FRIX.

Tutte le sere,una volta finito il

turno ,qualcuno deve uscire a chiudere le

serrande,mentre dentro si contano i soldi

da mettere in cassaforte. Prima del

colpo,andavo sempre io a chiudere

tutto,con la scusa di dover fumare una

sigaretta ,prendevo le chiavi ed uscivo.

Lì,al freddo,fuori da quelle quattro mura

che mi segregavano per 6 ore,ho pensato a

quanto fosse facile organizzare una rapina.

Avevo solo bisogno di un complice che mi

puntasse una pistola alla testa ed io con le

chiavi sarei stato costretto a farlo entrare.

Per due anni mi sono immaginato la scena.

Per due anni ho pensato a come fare il

colpo perfetto. Mi mancavano le palle, e

MOHAMMED GESUALDO non era

convinto che si potesse fare.

Un estate travagliata mi ha portato in fine

ad osare il colpaccio.Vi prego,non

chiamate subito la polizia. La sera del 7

Marzo 2150 ve la sto per

raccontare.Datemi ancora un po’ di spazio.

In fondo questo è il mio libro.O faccio i

soldi con questa roba,o è inutile che io la

scriva.

Ripercorriamo insieme i passi che mi

hanno condotto alla follia.

Botte,tante botte mi sono arrivate durante

una partita di calciotto.La squadra contro

cui giocammo era composta da ex

galeotti,davano

gomitate,minacciavano,volevano la

guerra.Uno di loro mi ha dato un calcio a

gioco fermo,io ho risposto con tre

tibbiate.Lo stronzo mi ha detto:”mo te

sfonno”.Io mi sono fatto dare la palla dal

portiere,l’ho portata con la suola ed ho

aspettato che il coglione facesse la sua

mossa,appena me lo sono sentito dietro gli

ho dato una schienata,la palla è uscita.Io

stavo su un lato del campo,il difensore

della squadra avversaria mi è partito,io

l’ho bloccato sotto un braccio ed ho

incominciato a menare colpi al viso.A quel

punto da dietro mi arrivavano cazzotti da

tutte le parti,il difensore si è liberato ed è

riuscito a tirarmi qualche gancio,i suoi

compagni continuavano a menarmi alle

spalle,i miei stavano a guardare.Sono

riuscito a gettare il primo figlio di puttana

che mi è partito per terra,gli ho dato un

calcio alle costole,ma avevo sempre gli

altri che mi picchiavano da dietro,mi è

arrivato un calcione di collo dritto in

faccia,sono rimasto in piedi.Lo stronzo

che stava per terra ha avuto il tempo di

rialzarsi ed ha ricominciato a tirare

ganci,l’ho bloccato una seconda volta ma

ormai i miei colpi erano deboli,sono

arrivati sempre i suoi amichetti a

picchiarmi da dietro,a quel punto sono

arrivati anche i miei compagni di squadra

che mi hanno portato via,uno della

squadra avversaria si è avvicinato per

dirmi:”mo te ne puoi pure andà”,io gli ho

sputato tutto il sangue che avevo in bocca

sulla maglietta,come Edward Bunker in

“educazione di una canaglia”ho

pensato:questo non è che l’inizio della mia

lotta.Sono stato portato al pronto soccorso

dell’Aurelia Hospital,avevo cinque

fratture facciali,mi hanno dovuto operare e

mettere una placca di ferro sotto

l’occhio.Nei bar,tra gli opinionisti

consigliavano vendette,tipo pagare dei

rumeni per risolvere le mie cosette.Io ho

chiuso la guardia,ho chiuso le orecchie,e

ho iniziato a scrivere il mio primo libro:”

testimonianze di atti osceni in luogo

pubblico”.Ho pensato o scrivo e cerco

qualcosa che valga veramente la pena di

essere raccontata o mi butto di sotto.Così

ho iniziato,ancora oggi mi sembra sempre

che si tratti di vita o di morte quando

metto tutto me stesso tra quattro righe,tra

una virgola,ed un punto.

Uscivo tutte le sere in cerca di

avventure,ovunque andavo c’era qualcuno

che mi dava il cinque o che mi invitava a

darla o mi passava una bottiglietta piena di

md.Io le ho provate tutte,ma per lo più

bevevo e stop.

Credo di aver conquistato una ragazza

grazie ad una delle mie performance più

folli.

Era pasquetta,dopo un pranzo ,in cui il

vino aveva fatto da padrone,sono montato

in macchina ed ho raggiunto altri miei

amici in un villino situato sull’Aurelia.

Ubriaco fracico,ho scavalcato il recinto di

filo spinato,sono entrato in scivolata sulle

persone che stavano tranquillamente

giocando a pallone nel giardino del mio

amico,ho continuato a bere vino,lanciavo

le sdraie che trovavo addosso a PINCO, di

quelli che mi provoca quando sono

brillo,sono montato su un albero ed ho

incominciato a bestemmiare.Nessuno mi

sapeva placare,me ne sono andato,non si

sa come,e la mattina dopo mi sono messo

a cercare la macchina,non avevo la più

pallida idea di dove fosse.

Una delle ragazze presenti alla pasquetta,

CASSANDRA, chiesto di me a FRA

GENNARO, proprietario di casa,così sono

nati una serie di messaggi su Whatsupp tra

me e lei.Mi scriveva e mi mandava foto

soprattutto quando aveva bevuto,io le

rispondevo con piacere.Pensavo che

volesse solo comunicare con me,metteva

in mezzo FRA GENNARO ed altri amici

nelle conversazioni,io l’ho invitata ad

uscire da soli,io e lei.Sono andato,dopo

aver bevuto due birre,a prenderla ad una

festa.Insieme siamo andati a

Trastevere,tanto per cambiare,solo per fare

una cosetta nuova,ci siamo messi a

bere.Abbiamo chiacchierato , mi ha

portato ad un pub,dove con due euro

davano uno shoot d’assenzio che non era

niente male.

Ci siamo seduti su delle scale ,dove

c’erano dei barboni,là,l’ho baciata,e lei c’è

stata.

CASSANDRA era solita mandarmi dei

messaggi per farmi ingelosire.Mi scriveva

che sarebbe andata a San Siro con il mio

amico FRA GENNARO, come nella

canzone “Piero e Cinzia” di Venditti. Io le

davo spago,e lei si incazzava con me

perché pensava che fossi un geloso senza

motivo.

Ci siamo rivisti ad una serata all’

EUR,tutti e due abbiamo bevuto dal

bottiglion di gin lemon che avevo

preparato da casa,abbiamo bevuto e poi

siamo entrati nel locale insieme ad altri

amici. Bevevamo,ci abbracciavamo e ci

baciavamo.La sera successiva ,lei aveva

organizzato un falò al mare,a San

Nicola,con tutti i suoi amici. Quelli che

pensavo fossero miei amici mi hanno

lasciato solo,non mi hanno seguito, così

mi sono ritrovato in solitudine con tutta la

sua comitiva. Tanto per cambiare,mi sono

messo a chiacchierare con chi si

avvicinava a me,e ho bevuto,tutto quello

che c’era da bere l’ho

bevuto,gin,vodka,vino,birre,ho mischiato

tutto,alzando e abbassando la gradazione

alcolica. Scambiavo parole con le amiche

della mia ragazza,e imbruttivo a chi si

provava ad avvicinare a CASSANDRA.

Ad una certa ho incominciato a tirarle la

sabbia,non mi dava le attenzioni che

credevo di meritare.lei si è stufata,e ci

siamo azzuffati in mezzo alla sabbia. La

gente se ne andava o entrava nella propria

tendina. CASSANDRA ha icominciato ha

cantare un pezzo della canzone di De

Gregori,rifatta poi da Vasco,”

generale”,cantava di come le infermiere

portassero amore. CASSANDRA sta

studiando per fare l’infermiera,il suo

sogno è farlo dentro le carceri.

Siamo entrati nella mia tendina,ci siamo

spogliati,l’ho incominciata a baciare,prima

in bocca,poi sono sceso ju,l’ho

incominciata a leccare,lei gemeva e si

dimenava,io le ho detto:”ti voglio far

godere”.lei ha risposto:”sono una

puttana!”

“Tuco, sono stata violentata”

Io ho smesso di leccarla e le ho fatto un

po’ di coccole,non sapevo che

fare.Pensai,li ho incontrati tutti io i più

confusi,i più matti e i più scoppiati di tutti

i sessi.

Le ho detto:”Facciamo un figlio”,non ci

volevo stare,una ragazza ha tutto il diritto

di godersi la vita.

Lei mi ha incominciato a succhiare il

cazzo ed è montata su,io ero ubriachissimo

e non ce l’ho fatta a venire.Ci siamo

fermati. Ci facevamo le

coccole,cercavamo un nome da dare al

figlio che stavamo per fare,FRA

GENNARONE si sarebbe dovuto

chiamare,FRA GENNARONE quasi

concepito in una nuttata al mare.

Non ho dormito per quaranta ore dopo

quella serata,mandavo dei messaggi a

CASSANDRA ma lei non mi

rispondeva,mi ignorava ed io non sapevo

che fare.Le mandavo canzoni su

Facebook,ma niente,sembrava che non ne

volesse più saperne di me,io non ne capivo

il motivo.Due sere dopo ci siamo

visti,c’era anche FRA GENNARO , amico

mio e di CASSANDRA, ridevano insieme

del fatto che le avevo chiesto un

figlio.FRA GENNARO non sapeva che

CASSANDRA era stata violentata e

ridevano di me come di un tipo strano che

chiede figli in giro. Due giorni dopo quella

sera,siamo andati tutti insieme al concerto

di Vasco Rossi,tutto era ormai

compromesso,io ho bevuto come al mio

solito e CASSANDRA mi ha

lasciato,c’era pure FRA GENNARO ma

per tornare a casa non ho voluto

passaggi,me la sono fatta a piedi

dall’Olimpico fino a Boccea,ubriaco

marcio,senza vie d’uscita.

Un altro passo verso la follia,ancora un po’

di cammino verso una strada senza ritorno.

Così,per riprendermi ho provato a

contattare altre ragazze,l’ex di un pittore,

MIAGOL, è uscita a cena fuori con me,ma

mi ha fatto capire che non c’era niente da

fare.Ho utilizzato poi Facebook,questo

social network dove si vedono tutte

pischelle con culi e tette di fuori.Un vero

porno.Ci ho provato prima con una

pischella che stava nel mio giro quando

facevo il pr,ma niente.Alla fine mi sono

accollato ad LA CIRCE, il mostro

dell’ultimo livello del gioco,la ragazza del

dj resident dell’OLTRE IL LUNEDÌ . Ho

prima minacciato che non sarei più venuto

alla serata se non l’avessi vista.Così l’ho

incontrata ad una serata che si svolgeva a

Lungotevere,ho provato a prenderla per

mano e a portarla via per poterci

parlare,lei mi ha detto che non poteva

venire perché era la festa di

BARBABIETOLA componente

dell’OLTRE IL LUNEDÌ , ha detto però:”

ti fai i capelli di blu”,Io le ho risposto:”

solo se me li fai tu!”,le ho regalato un

accendino con su scritto Italia e me ne

sono andato a bere.Quella sera sono

cascato nel Tevere,camminavo barcollante

e sono andato ju.Mi hanno aiutato a

tirarmi fuori un fotografo ed un tipo della

sicurezza.Tutti mi dicevano:”vuoi che ti

portiamo in ospedale?”io ho risposto:”

no,ci vado da solo”.Ancora una volta mi

sono avventurato a piedi,ubriaco

marcio,fino al Santo Spirito di Roma.Al

pronto soccorso non c’era nessuno,così ho

avuto la brillante idea di spogliarmi e di

mettermi a dormire lì.Il giorno dopo sono

stato svegliato da uno della sicurezza e

sono tornato a casa.

Ho ricontattato LA CIRCE, questa volta le

ho confessato che mi masturbavo sulle sue

foto,le scrivevo :gimme a fix,gimme a

fix,gimme a fix.Lei mi ha bloccato.

In quel periodo pensavo che gli ingegneri

della apple osservassero le mie mosse

dall’Ipad,bevevo e fumavo erba che

rimediavo da SUPER MARIO BOSS,uno

studente universitario della

UNIVERSALITÀ DEI FATTI, e

fumavo,scrivevo con una bomboletta sulle

mura di casa e giochicchiavo con

l’Ipad.Pensavo di essere finito su

Wikipedia,vista la mia passione per

Bukowski pensavo che Ice Buk Challenge

c’entrasse in qualche maniera con me e

lui.Non pensavo neanche per sogno che

fosse stata LA CIRCE a bloccarmi,ero

sicuro che gli ingegneri della apple non

volessero che io comunicassi con lei.Il più

bel culo di Roma non mi rispondeva più,il

cellulare non mi funzionava,i miei

presunti amici mi avevano lasciato

solo,nell’indifferenza.Io bevevo,fumavo e

mi masturbavo.

Un bel giorno mia madre ha chiamato la

guardia medica.In casa mi sono ritrovato

una dottoressa,un tipo con una brandina ed

una squadra dei carabinieri.Ovviamente ho

lottato fino all’ultimo per non farmi

mettere le manette,mi dimenavo,strusciavo

per terra,gridavo a tutti quei servi dello

stato:”siete dei pezzi di merda!”.Alla fine

mi hanno bloccato.Sono stato trasportato

fino al Santo Spirito di Roma.Mi hanno

messo la camicia di forza,mi volevano

strappare l’anima.Ho reagito anche lì,mi

muovevo come un pazzo,loro,gli

infermieri,mi volevano mettere il

pannolone e io li minacciavo.Gli dicevo:”

possibile che siamo nel 2150 e ancora si

usano le camicie di forza?”.Sono stato

rinchiuso dentro una clinica per due

settimane.Mi davano solo gocce e

pissicopastiglie.Ho

resistito,chiacchierando con le infermiere

e passando il tempo in modo

ricreativo.Tagliavo pezzi di riviste e li

appiccicavo su un muro preposto per

quell’attività.

Una volta uscito sono stato per tre mesi in

malattia,la pissichiatra non pensava che

potessi tornare a lavorare.

Nella libertà della mia stanzetta mi sono

messo a dipingere mobili,a scrivere poesie

e ad ascoltare la musica.Venivo pagato per

starmene a casa.

Avevo dei colloqui fissi con una

pissichiatra,mi diceva di non bere e mi

ordinava di prendere pissicomedicine.Io

facevo tutto il contrario di quello che mi

veniva ordinato.

Sono tornato a lavorare.Niente di nuovo,la

clientela in banca era sempre la stessa,le

giornate uguali.

Ho chiamato MOHAMMED

GESUALDO, gli ho detto:”E’ l’ora di fare

il colpo”.MOHAMMED GESUALDO ha

una pistola,ed era l’unica persona

abbastanza disperata come me da

coinvolgere in un’azione azzardata.Così ci

siamo preparati per il 7 Marzo 2150.Il

piano era semplice,verso l’ora di chiusura,

MOHAMMED GESUALDO avrebbe

dovuto puntarmi una pistola alla testa ed

io l’avrei fatto entrare con le chiavi che mi

davano in dotazione.

Scrittori moderni,sprecate fiato,tempo e

parole se lo fate solo per apparire,se vi

mettete a picchiare su una tastiera solo per

qualche soldo.

-MOHAMMED GESUALDO una volta

entrato,colpiscimi alla testa.Punta la

pistola contro la direttrice,fatti dare tutti i

soldi e scappa.

-Non sono sicuro.

-MOHAMMED GESUALDO , l’unico a

rischiare il culo sono io,la polizia mi

interrogherà a me.

-Ok,facciamolo.

Lettori,ci siamo,ora vi do quello che vi ho

promesso all’inizio di queste paginette.

Siamo giunti al 7 Marzo 2150.Come ogni

giorno ho preso l’autobus,mi sono diretto

in ufficio,ho timbrato il cartellino ed ho

incominciato a lavorare.

Da quando sono uscito dalla clinica mi

fanno fare solo le “C” ovvero passo i

bollettini e stop.

Le frasi che dico sono sempre le stesse:”

contanti o carta?”,”la metta lì”,”la

estragga”.le ore passavano e io sentivo

l’ansia del colpo.

Alle 19.10 tutti i clienti erano fuori.

MOHAMMED GESUALDO mi aspettava

pronto a puntarmi una pistola in testa. Mi

sono fatto dare le chiavi dell’ufficio,sono

uscito,ho visto MOHAMMED

GESUALDO, ho chiuso tutte le serrande e

poi è andata come è andata.

Ho aperto le porte dell’ufficio a

MOHAMMED GESUALDO, mi ha dato

un colpo in testa con la pistola e ha

gridato:”questa è una rapina”.

Le colleghe sono corse in

bagno,MOHAMMED GESUALDO è

andato nella sala della direttrice,si è fatto

dare tutti i soldi ed è scappato.

Io ero mezzo tramortito,ma in cuor

mio,sapevo che ce l’avevamo fatta.La

polizia è arrivata dopo un’ora,mi ha fatto

delle domande e io gli ho risposto che

sono stato costretto ad aprire le porte,visto

che avevo una pistola puntata contro.Mi

hanno creduto.

Il giorno dopo mi sono visto con

MOHAMMED GESUALDO per spartirci

il bottino.

Visti i miei precedenti problemi

pissicologici mi hanno dato tre mesi di

malattia per riprendermi dalla rapina. In

questi tre mesi ho scritto su un

quadernaccio,con delle penne trovate in

giro,ciò che realmente è accaduto.

Spero che qualcuno pubblicherà questa

robaccia,è tutto quello che ho,solo una

storia da dover raccontare.Nessun prete a

cui poterla confessare e nessun

pissicodottore che mi possa aiutare.

E questo è quanto.Putoeacapo.

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