UN LETTORE DA SBALLO
Pensai:” quel vino deve essere diventato aceto”. Andai in direzione frigo , lo aprii e vidi quella
scatola di tavernello sola soletta che se ne stava li da giorni. Evidentemente non avevo più avuto il
coraggio di berlo quel vino scadente manco buono per cucinare.
Ora c’era rimasto solo quello . O bevevo in religioso silenzio il sangue del Cristo morto in croce o
mi toccava uscire di casa , fare due passi (circa 5 metri ) e comprare birra,
vino , crema di limoncello e red bull al bangla- market qui sotto casa.
Mi attaccai al tavernello . Avevo un problema ad uscire di casa , avevo sempre la paranoia di non
portarmi le chiavi appresso e di rimanere chiuso fuori.
Bevvi il tavernello e non potei fare a meno di fare smorfie col viso e versi e niente.Bevvi il
tavernello e iniziai a scrivere il romanzo dei romanzi , la storia dentro la storia dentro la storia.
L’idea c’era ma non sapevo come svilupparla e quanto tempo ci avrei messo .
Iniziai il romanzo dei romanzi , quello a cui tutti gli scrittori aspirano.
“ Tegolino ed i suoi libri “ fa più o meno cosi:
1.
Tegolino , che cazzo di nome Tegolino!
Tegolino leggeva più di un libro insieme , certi libri li iniziava e non li finiva mai ad altri ci si
appassionava. Si sentiva come un barman che mischiava vari superalcolici agendo nel modo in
cui agiva . Per lui i testi letterari erano drink , nient’altro che cose da ingurgitare senza farsi troppe
domande sugli autori e cosa gli volessero trasmettere.
Quel sabato sera invece di andare a cercare delle micette , delle amichette , delle gattone , delle
mondane che potessero rallegrargli l’esistenza iniziò a leggere il suo autore preferito Santiago
Ilicic che era autore di poesie e brevi racconti .Ed iniziò proprio da una poesia .
I POETI VERI CE L’HANNO DURO SEMPRE di Santiago Ilicic
la macchina da scrivere
è come una bella donna
se sei impotente lo sente
e non puoi farci niente
non c’è pozione, droga o pillola che ti salvi
stona tutto ciò che scrivi
per questo a chi vuol fare il mio mestiere
gli consiglio di lasciar perdere
di non provarci
perche fallirebbe
beato chi si può permettere di fallire penso sempre
io no non posso
Dio mi ha mandato qui apposta
pe anda di costa in costa
e racconta
cosa mi preme
sulla punta della lingua
ciò che mi brucia
al centro del culo
non posso rinuncia a tutto
senza prima aver scritto
tutto ciò di cui necessito
pe scappa dalla provincia
pe anda in un posto sicuro in cui star bene
star meglio di adesso
non parlo del paradiso
ma di un letto caldo con magari
una compagna accanto
sono stanco di ripetermi
i somari scalciano e i lettori leggono ma gli scrittori?
non esagerano quelli bravi
e anzi semplificano
i migliori sono gli slavicome me
che de tutti li slavi
so lo re .
Aveva una gran stima per quello slavo ma non gli andò ju questa poesia, soffriva di complesso di
inferiorità.
Tegolino leggeva perché voleva scrivere meglio e più di Santiago Ilicic e non sopportava questo
fatto che il suddetto Santiago Ilicic si credeva meglio di lui e lo invitava a lasciar perdere .
Lasciar perdere proprio no , piuttosto Tegolino pensò che per battere il migliore lo avrebbe dovuto
conoscere a menadito cosi lesse un suo breve racconto .
HOLA di Santiago Ilicic
Hola , mi chiamo Enzo , ho 31 anni e mi sono appena licenziato dal posto fisso.
Ho con me 10mila euro di liquidazione ed una vita da raccontare.
Sono un attore da quattro soldi ed un aiutante regista . Amo il teatro , ed il teatro ama me , specie
le teatranti che non so per quale assurdo motivo fanno a gara per portarmi a letto.
Eravamo io e Carlotta a farci le coccoline nel letto del mio appartamento in affitto.
-Sono stanco veramente di vederti solo di nascosto .
-Io non lo lascio il mio fidanzato . Mi ucciderebbe se venisse a sapere che mi son messa con te. E
ucciderebbe anche te .
-Alla facciaccia sua adesso ti faccio un lavoretto che ti manda ai pazzi. Andai giù fra le sue cosce
ed incominciai a leccarla.
Mi venne in mente la fidanzata di uno dei miei migliori amici , erano chiare le immagini di Emma
che si tirava su la maglietta per grattarsi delle bollicine sotto l’ombelico . Tutt’ora mi eccita
pensare ad Emma senza la maglietta con le mutandine di pizzo che le escono dai jeans.
Devastai Carlotta con la mia lingua
e ficcando ogni tanto qualche dito. Praticavo il mio sport preferito.
-Oggi sei stato un Dio , ma che avevi? -Diciamo che ero ispirato. Sai , tu sei una gnocca vera.
-Si , ma oggi mamma mia !
-Sono un’artista del leccare la
fregna . Ti devi sempre aspettare di tutto.
Carlotta sa che sono uno scrittore e che racconto le nostre cose in pubblico ma non sembra
dispiacerle , anzi questa cosa la eccita e quando facciamo giochi di scena a teatro mi provoca
sempre .
Carlotta non è la sola donna della mia vita , e nemmeno la sola che fa teatro con me a provocarmi
.
Andiamo con ordine, mi son lasciato con Maria Elena circa un mese fa.
I nostri rapporti erano deteriorati , era stanca del mio non fare un cazzo
dentro casa e poi si lamentava sempre. Cosi ci siamo lasciati ed io ho cominciato a spargere il
mio seme in giro più di prima.
Vengo invitato a cena da amici , prendo la smart e mi dirigo a casa di Mario . E’ li che si fa la cena.
Mario è fidanzato con Gianna ed in più ci sono Riccardo con Gemma , Gigi ed Erica e Luca con
Francesca e la sorella di Francesca , Ludovica.
Mario prepara una canna e chiede chi la vuole, io stappo due birre e dico : “lo vuoi?” se dice agli
ammalati. Mario risponde che essendo dei tossici in fondo un po malati siamo . Ludovica se la
ride.
Metto un po di Musica dal cellulare per rallegrare la serata senza il permesso di nessuno.
Mario mi dice di tenerla bassa . Ludovica balla e mi chiede un sorso di birra.
Le dico: vacci piano ! nun so se
reggi .
Ludovica: vuoi bere da solo ? non vuoi un po di compagnia?
-la compagnia tua è sempre gradita. -pensavo il contrario , allora perche non stappi un’altra
bottiglia e vieni a ballare con me?
Sono ai suoi ordini. Stappo la bottiglia e poi faccio qualche mossa delle mie tipo agito le mani in
aria come a festeggiare un goal in modo goliardico.
Ludovica ride.
Ludovica dice : dai non fare il coglione! Mica ti mangio , vieni qui a ballare più vicino.La prendo per la vita da dietro , e la faccio muovere . Sotto gli occhi di
tutti avvicino il mio pene al suo culo e mi ci struscio .
A Ludovica piace.
Mario mi chiama per la canna, corro da Mario .
Ludovica stizzita dice : uffa!
Mi faccio tre tiri di canna , l’erba è buona , il cazzo ce l’ho ancora dritto . Mi viene in mente l’affitto
da pagare , brutto trip. Cambio musica dal cellulare , metto “ buffalo soldier” di Bob Marley e poi
ancora “fumo tanta erba” dei “villa ada posse”.
Mi prende a bene e allora mi stappo un’altra birra e comincio a cantare. tutti quanti : basta ti
prego , lasciaci in pace questa volta . Risparmiaci le orecchie.
Non curante di quello che mi viene detto canto un mio sonetto accompagnato da una chitarra
immaginaria.
ho viaggiato
è stato il massimo
ad ogni metro
mi percorreva un brivido non invidio nessuno sono un assurdo tizio fuori dalla moda
fuori controllo
che al gin
aggiunge la lemon soda dell’eurospin
ho dimenticato tutto pure il pin
sono un tizio assurdo sordo
a chi lo vuol muto senza canzoni da sballo fuori dalle sale da ballo
vivo di un fiato
sono un tizio alcolizzato a cui non piace vestisse versace
ne fendi
difendi i tuoi principi piccola stella sei la piu bella mai vista
dal sottoscritto
che grazie al tuo splendore
ha finalmente vinto
sui fantasmi del passato
difendi i tuoi principi piccola stella sei la piu bella mai vista
dal sottoscritto
che grazie al tuo splendore
ha finalmente vinto
sui fantasmi del passato
io che ero nulla
una burla da discoteca
tutto quello che ho visto e fatto manco na cineteca
tutto quello che ho visto e fatto manco in una biblioteca
ce l’hanno
difendi i tuoi principi piccola stella sei la piu bella mai vista
dal sottoscritto
che grazie al tuo splendore
ha finalmente vinto
sui fantasmi del passato
difendi i tuoi principi piccola stella sei la piu bella mai vista
dal sottoscritto
che grazie al tuo splendore
ha finalmente vinto
sui fantasmi del passato
ho dimenticato tutto pure il pin
sono un tizio assurdo sordo
a chi lo vuol muto senza canzoni da sballo fuori dalle sale da ballo
vivo di un fiato
sono un tizio alcolizzato a cui non piace vestisse versacene fendi
spendi in amore
tutto ciò che hai
un freestyle
imparatelo a memoria
fa la storia della musica italiana non essere il solito figlio di puttana
attaccato al denaro
come al vile successo
non farlo pe anda de moda
ne per il sesso
il principio è questo
non perderti in un bicchier d’acqua non svenderti per un drink omaggio se ti desiderano dagli un
assaggio e lascia un messaggio chiaro al mondo
tu sei di un altro mondo
e questo mondo ti sta stretto
con ciò de tutto petto
se te vogliono senti
che paghino il bilglietto
per un tuo concerto
difendi i tuoi principi piccola stella sei la piu bella mai vista
dal sottoscritto
che grazie al tuo splendore
ha finalmente vinto
sui fantasmi del passato
difendi i tuoi principi piccola stella sei la piu bella mai vista
dal sottoscritto
che grazie al tuo splendore ha finalmente vinto
sui fantasmi del passato
Ludovica applaude e chiede il bis. Tutti quanti : non lo fomentare ti prego che questo non la
smette più Arriva il momento della cena ,tutti a tavola .
Si parla di cibo , di lavoro , di soldi . Che palle.
Finita la pasta mi accorgo che avevo lasciato il secondo pacco di tabacco in macchina.
-scendo un attimo a prendere da fumare , voi mangiate pure . Ludovica : ti accompagno tanto
non ho fame.
- va bene . Le dico.
Prendiamo l’ascensore insieme . Stare vicino a Ludovica me lo fa venire duro .
Ludovica mi guarda ammiccante e poi mi stringe forte in mezzo ai pantaloni. - questo affare
perche sta cosi ?
- Merito mio ?
A quanto pare il mio cazzo duro piace veramente a Ludovica che preme alt nell’ascensore e
comincia a farmi un bocchino.
Mentre me lo succhia minaccia di smettere se non la guardo negli occhi .Io sto ai suoi ordini , è la
prima volta che mi capita in un ascensore . Evidentemente l’effetto canna mischiato all’effetto
Ludovica fa i suoi
effetti . La guardo in quei splendenti occhi verdi-marroni e le sboro in
gola .
Le dico: tu da oggi in poi sei mia. -questo era solo un bocchino , ancora non mi hai conquistata.
Ludovica è mia mi ripetevo , non deve essere piu di nessuno.
Confondevo le mie voci con quello che le volevo dire in realtà e la baciai con la lingua nonostante
avesse appena ingurgitato litri di sbobba.
- ora sono tua, vediamo se ci sai davvero fare con una donna.
Torniamo su dagli altri dopo aver preso il tabacco in macchina . Tutti quanti : Com’è ci avete
messo tanto?
E perchè vi tenete per mano? Senza volerlo la mia mano reggeva quella di Ludovica .
- non sono affari che vi riguardano , comunque Ludovica ed io ci siamo messi insieme.Mario: allora da oggi sei un bravo ragazzo !Ahahahah.
-non farò più il donnaiolo !
Ci rimettiamo a sedere al tavolo per mangiare e Gemma (la ragazza di Riccardo) mi fa piedino,
piedino da sotto il tavolo.
Non sono stato fato per una donna sola, evidentemente, e allora ricambio.
Riccardo non mi ha mai scoperto ma mi sono fatto Gemma un paio di volte. Adoravo le sue
enormi tette.
Quanto a Ludovica , beh Ludovica è la mia attuale compagna anche se lei sa che sono uno spirito
libero e che le metto le corna , a lei sta bene e a me pure.
Tegolino finito di leggere questo breve racconto decise di farsi una sega in onore della Ludovica
di Santiago Ilicic e dedicata a Camilla un’impiegata postale con la quale lavorava all’ufficio a 20
metri dal suo appartamento in affitto.
“vieni qua Camilla , vieni qua zozza” gridava nel suo letto matrimoniale dopo aver preso della
carta igienica in bagno per asciugarsi il cazzo alla fine quando per ovvie ragioni il cazzo schizza.
“Leccami le palle zozza ! Non ti fermare” se la immaginava in tutti i modi , in tutti i brodi , in tutte le
lingue del mondo la sua collega dell’ufficio postale . E venne.
Dopodiché si diresse in cucina per fumarsi una sigaretta. Lui le sigarette se le rollava , usava
tabacco , filtrini e cartine corte.
Rollata la sigaretta se l’accese . Fumare dopo un seghino era grandioso e rilassante . Molto
meglio che andare con delle prostitute che portano solo ad ansie da prestazione , a paranoie per
malattie e ad angosce varie.
Non che Tegolino disdegnasse il sesso ma lui con le donne ci voleva far l’amore e piuttosto che
andare con una prostituta preferiva svuotarsi le palle come si era ormai abituato a fare da circa 15
anni.
La notte incombeva ma per Tegolino non era ancora giunto il momento di andare a nanna , non
era il momento perché gli venne quell’impulso irrefrenabile che solo gli scrittori veri tra voi lettori
possono capire . E scrisse.
Scrisse un monologo .
IO E LA MIA SOLITUDINE di Tegolino
Solitario e ribelle non schifo chi ha i tatuaggi sotto la pelle ma io non me li farei mai.
Non schifo le mignotte ma io non me le farei mai . Vado avanti lavorando sodo giù all’ufficio
postale dove lavoro.
Non sarò bello , non sarò snello , non sarò un fotomodello ma la mia donna la incontrerò, la
conquisterò non so dove e non so quando .
Amerò alla follia , mi rinchiuderanno in manicomio per quanto amerò la mia donna e non sarà una
storia qualunque .
Questa è una promessa che mi faccio .
Tegolino prese un coltellaccio in cucina e si fece un breve taglio sul dito per firmare con il sangue
sul foglio quella breve promessa che faceva a se stesso. Poi disinfettò il dito con dello spirito e ci
mise un cerotto . Andò a dormire e fece sogni.
2.
Era domenica e Tegolino si alzò verso mezzogiorno , si fece un caffè ed andò all’edicola più vicina
per prendersi il giornale.
All’edicola ad aspettarlo c’era Mimmo che vendeva i giornali.
“ Che c’è di nuovo ? Che dicono i giornali?”chiese Tegolino.
“Bo io non li leggo , mi limito a guardare le prime pagine e a venderli”
Tegolino scelse , come suo solito , il “Portatore di notizie”.Tegolino sceglieva sempre questo
giornale per la cronaca su Roma.
Pagò il giornale a Mimmo , fece retromarcia con le sue gambe muscolose che portavano con se
130 kg
di ciccia e ossa e tornò nella sua abitazione per leggere.
Aprì il portone , si fece due piani di scale a piedi(la casa non aveva l’ascensore) e aprì la porta di
casa , si tolse le scarpe all’ingresso poi fece il corridoio e andò in cucina dove si svestì e buttò i
panni sul divano.
Iniziò a leggere il giornale partendo dalla cronaca di Roma e li si fermò .Non gli interessava la politica , lui, Tegolino, neanche andava a votare . Non gli piacevano proprio i
politici , odiava come la gente facesse il tifo per l’uno o per l’altro schieramento come se stesse
tifando per una squadra di calcio. Il calcio era tutta un’altra cosa , era fede , era più di una
religione, scelta una squadra non la si cambiava per il resto della vita .
Tanti venivano battezzati secondo i rituali cattolici ma poi diventavano crescendo dei buddisti,
islamici, induisti o semplicemente dei bestemmiatori.La squadra di calcio no , quella non la si
lasciava per nessuna ragione al mondo . Neanche la figa è cosi tanto importante per la vita di un
uomo.
Tegolino lesse la cronaca di Roma e si soffermò su questo articolo .
SERIAL KILLER DEI CANI di Edward Strozzapane
Ci troviamo oggi a San Basilio dove “l’ammazza bestie” ha colpito ancora . E’ il quinto cane morto
stecchito questo mese , e ce ne son stati altri 7 il mese scorso.
Il cane , un pitbull , è morto per avvelenamento .
A quanto pare “l’ammazza bestie” ha vari metodi per uccidere il miglior amico dell’uomo e fra
questi c’è la possibilità che lasci per le strade della nostra città delle polpette di carne avvelenate .
Speriamo di non dover scrivere più su questo argomento.
Speriamo che “l’ammazza bestie” venga catturato presto dalle nostre forze dell’ordine.
Tegolino letto l’articolo rimase sconvolto . Tutto ma non i cani . Lasciate stare i cani. Avrebbe
compreso uno stupro, una moglie che taglia le palle al marito, la pedofilia della chiesa , risse tra
ubriaconi , scontri tra cretini fascisti e cretini comunisti , democristiani che vanno a travelloni ,
travelloni lapidati da minorenni incazzati o il papa trovato morto per la troppa masturbazione.
Tutto , tutto , tutto ma non i cani . I cani andavano lasciati stare .
Cosi decise nel suo piccolo di indagare e di voler prendere quell’infame , “l’ammazza bestie”.
3.
Sveglia alle 7, sigaretta, cacca-pipì,sigaretta e via all’ufficio postale per sei ore per sei giorni alla
settimana.La mattina era cosi e Tegolino non poteva farci niente. Doveva badare alla sua
sopravvivenza. Nel frattempo, in uno dei pomeriggi ,lunedi di preciso, andò dallo psicologo.
Lo psicologo si chiamava Gian Luigi Tagliaerba ed era un bravo psicologo , fece mettere Tegolino
su una sedia davanti a lui e iniziarono a parlare. “Come stai ? “ disse il dottor Tagliaerba.
“Penso bene ma non ne sono sicuro “ disse Tegolino.
“Cosa fai durante le giornate?”
“Lavoro e leggo libri accompagnati da qualche birra e da qualche redbull “
“Cosa stai leggendo?”
“ Il solito , Santiago Ilicic , perchè credo sia quello che si avvicini di più alla mia persona”
“O a quella che tu pensi sia la tua persona. Comunque te l’ho detto più volte devi ridurre la
quantità di alcol che assimili e dovresti cercare autori più introspettivi come ad esempio
Pirandello.”
“Ok ho recepito il messaggio”
“Con le donne ? C’è qualcuna che ti interessa?” “Solo al lavoro , si chiama Camilla ma è solo
perché mi stimola la masturbazione”
“Quante volte ti masturbi durante la settimana?” “Credo troppo , almeno due o tre volte al giorno”
“Sai come paziente sei unico. Io ti sottolineo gli aspetti un po matti della tua personalità e tu ci ridi
sopra , è come se ti piacesse “
“ Per me se qualcuno mi dice matto mi sta facendo un complimento”
“Vuoi conoscere veramente chi sei ?Questo ti domando.”
“Si ma come fare?”
“Devi lavorare su te stesso , metterti in azione così da risvegliare la tua emotività e ...Ne riparliamo
la prossima volta”
I 50 minuti di seduta finirono , Tegolino pagò i suoi 55 euro senza ricevuta e se ne andò, prese la
metropolitana e si diresse a casa.
Tagliaerba gli aveva consigliato di leggere Pirandello , Tegolino prese dalla sua libreria un racconto
a caso di Santiago Ilicic e iniziò a leggere.
MEDITAZIONE DI UN UBRIACONE di Santiago Ilicic
Finito. Letto tutto. questo è l’ultimo libro di Osho che mi mancava da leggere ciò mi porta senza
dubbio a meditare mettendomi seduto per terra con magari della musica classica di sottofondo .
Medito come dicono quelli bravi sulla consapevolezza verso la via che porta al vero .Medito manon mi scordo dei patemi che ha subito Cristo in terra . Credo in Dio , nel paradiso e nell’inferno .
Credo che da qualche
parte finiremo e che non sarà un essere umano a giudicarci .
Discuto giornalmente con un prete, Fra Gennaro , su facebook . Fra Gennaro mi insegnava
religione al liceo e con lui continuo a parlare di spiritualità e altre faccende.
Lunedì mi aspetta una nuova giornata in ufficio
però oggi è sabato e quel che mi spetta di diritto è una serata alcolica con il mio amico Mario.
Mario è il mio amico gay , a volte andando sempre in giro insieme ci scambiano per una coppia di
fatto ma non è cosi a me piace la fregna ed in particolare quella di Emma, la cubista della serata
“ qua si può volare”.
Nel frattempo che arrivi Mario a casa mi faccio ancora un po di meditazione ma prima prego il Dio
tramite il padre nostro , l’ave o Maria ed il credo.
Lo faccio per una questione di
spirito , voglio affrontare la serata con lo spirito giusto perché so che Dio mi perdonerà per i miei
peccati e che alla fine mi avvolgerà nella sua energia e mi porterà dove ci sono parenti e amici che
mi aspettano. Suona il citofono . E’ Mario.Mario sale ed entra in casa.
“ carissimo “
“Hola Mario. Hai portato le birre?”
“si e pure il gin con la lemon”
“allora ti va di accompagnarmi al “Qua si può volare”?
“ si d’accordo tanto Emma non te la da , non ti si fila”
“ a te ho visto ti va meglio , c’è il barman che ti si vuole inculare”
“ ah preferisco una supposta piuttosto che quel fighetto”
“ah è vero te sei di quelli a cui piacciono gli uomini mascolini”
“che ci vuoi fare?”
“io niente , spero solo un giorno troverai l’uomo dei tuoi sogni “ Pendiamo dalle bottiglie che ha
portato Mario , ci attacchiamo prima alle birre e poi al gin senza mai scordarci di rollare cannoni
d’erba senza sosta , senza pausa.
Poi ci immergiamo nel traffico capitolino , guido io , direzione Testaccio.
Parcheggiamo , diamo dei soldi spicci al parcheggiatore abusivo e ci mettiamo in fila per entrare
nel locale.
Ho sempre paura quando sto per entrare che un buttafuori mi squadri e non mi faccia entrare.
Stavolta ci dice bene ed entriamo senza problemi.
La musica , le luci , i superalcolici e l’erba fanno i suoi effetti e l’effetto è
grandioso . Non riesco a farne a meno di immergermi tra la folla tra una patatina bagnata ed un
branco di maschi alfa che con me abbassano lo sguardo .
“ Mario che ti va di fare? Piano techno o piano rock? poi andiamo da Emma però promettimelo “
“piano rock almeno balliamo un pò” Prendo Mario sotto braccio e come due guasconi , come due
marinai che non vedevano la terra da giorni balliamo e ci ubriachiamo .
E’ un vero spasso star qui con Mario superstar , io sono fomentato ma lui proprio sembra di stare
nel suo habitat naturale . Vederlo danzare è una gioia per gli occhi ma se lo guardo troppo poi lui
potrebbe pensare male e fraintendermi .
“ Mario è tempo di andare da Emma “ “ ok bello ti ci accompagno “
Andiamo da Emma ma non riesco a fare altro che guardarla ballare sul cubo e a rollare canne
davanti a lei . Cosi non va , non può andare sempre a finire con io che mi faccio seghe al letto da
solo pensando ad Emma. L’odore della canna attira, tra me e Mario, Roberto il direttore artistico
della serata.
Roberto ci chiede un tiro e poi ci invita nei camerini con lui .
Nei camerini troviamo i dj , le ballerine e qualche buttafuori tutti a farsi di cocaina.
Mi invitano a dare una botta e io la do.
O mio Dio che sballo ma che confusione !
Io e Mario decidiamo di tornare a casa , Mario non si fida di me alla guida e prende un taxi .
Io mi metto in macchina , sbaglio piu volte la strada e fortunatamente non sono fermato da una
volante della polizia .Arrivo a casa mi sdraio sul letto e all’improvviso mi appare . E’ una visione ma sembra cosi reale ,
un signore barbuto mi appare nella penombra della mia stanza . “cosa vuoi da me ?” gli grido .
Lui non risponde .
“chi sei ?”
“salve io sono Hank” mi dice e poi continua.
“ non sto qui a rimproverarti sul come e in che condizioni sei rientrato a casa ma voglio dirti una
cosa , Emma è una passera per la quale va provato qualcosa di eccezionale per conquistarla.
Tutti i maschi alfa del locale la vogliono e tu che fai ti metti a pippare cocaina con il tuo
amichetto gay e quegli altri sfigati qualunque? Dovevi provarci con Emma e questo è il dunque”
Non so che rispondergli e quindi lascio stare tanto non è reale . E’ solo una voce , è solo un
allucinazione .E mi metto a dormire .
Che serata , ho ancora i postumi e gli incubi riguardanti quel brutto ceffo , Hank diceva di
chiamarsi .
Lavoro di pomeriggio ed ho tempo per una meditazione .
Medito su quanto successo la scorsa notte , Mario che non è voluto tornare a casa con me , la
cocaina , Emma ed Hank . Tutto questo per una persona di spirito come me non va bene e la
meditazione non basta .Mi metto a pregare chiedo perdono a Dio per non essere stato
coscienzioso , per aver messo in pericolo la mia vita e quella dei passanti e delle altre macchine
essendomi messo alla guida in una condizione che non stava ne in cielo ne in terra.
Nella preghiera provo ristoro ma non mi basta , scrivo a Fra Gennaro e gli racconto l’accaduto .
Lui dice che Dio non mi perdonerà e che pregare non basta devo andare in confessionale subito e
parlare per parlare di persona. Mi aspetta in chiesa.
Perche Dio non mi deve perdonare ? Non lo so e non mi interessa decido di andare a trovare Fra
Gennaro ma prima ho bisogno di qualche birra fresca .
Prendo le ferie in ufficio e vado da Fra Gennaro . Prima però mi fermo ad un bangla-market .
Un mussulmano vende le birre e mi dice che lui fa ramadan e che non se le beve e che dovrei
smettere pure
io . Gli mostro i soldi e compro le birre il ramadan che lo facesse lui. Eccomi in chiesa , questo
luogo di culto che non mi ha mai convinto del tutto . Entro e c’è Fra Gennaro ad aspettarmi .
“pace fratello , so che non hai avuto pace ieri notte e questo non deve mai accadere, vieni in
confessionale con me e racconta “
“ ok prete”
Gli racconto tutto , sono un po alticcio per le birre e biascico ma gli racconto tutto .
Fra Gennaro mi interrompe per dirmi : “tu non credi veramente in Dio e sei corrotto dalla tua
meditazione stupida , da libri di falsi profeti che ti impongono il digiuno e poi ti portano verso i
superalcolici . Solo Dio ti può salvare e non ti basterà pregarlo invano devi rinunciare alle tue
credenze blasfeme . Cerca fra tutto la parola del Signore “
Questo prete non lo sopporto proprio , che ne sa lui di Dio e del rapporto che ho io con lui .
Per spaventarlo spacco una delle bottiglie di vetro che mi ero portato appresso e lo minaccio di
morte , si lo minaccio di morte che ne sa lui della vita che facciamo noi giovani di notte. Non
contento mi tiro giu i calzoni e incomincio a pisciare sul confessionale e poi in tutta la chiesa,
alche il prete prende il cellulare e chiama la polizia è tempo per me di scappare via.
Torno a casa piangendo . Cazzo la polizia ! Mi verranno a prendere sicuro!
Non so che fare e quindi mi rollo un cannone , poi un altro e poi un altro ancora .
O mio Dio di nuovo , vi è di nuovo la visione .
Hank sta seduto sulla poltrona a guardarsi la televisione.
“ ciao Hank , ancora tu?”
“ E’ si ragazzo mio tu hai bisogno d’aiuto .Bella mossa pisciare in chiesa e minacciare il prete ma
adesso porti avanti la tua idea o ti fai condizionare dalla paura?”
“dico che se davvero credi nel tuo modo di vivere la religione non puoi che andare oltre e
diventare un simbolo per le generazioni future”
“ in che senso ?”
“brucia la chiesa , brucia la chiesa , brucia la chiesa”
Hank si stappa una birra dal frigo e se ne va.Bruciare la chiesa con magari Fra Gennaro dentro . Togliere da questo mondo un posto dove
regnano i poteri
forti del clero e che non porta al regno dei cieli , alla redenzione dell’uomo .
Lo posso fare . Brucerò la chiesa ma prima voglio farmi un altra serata al locale.
Arriva sabato , io e Mario ci benziniamo insieme come al solito e poi andiamo al “qua si può
volare”. Qualcosa è cambiato in me , non sono piu lo stesso di prima . Questa occasione non me
la farò sfuggire . Andiamo sotto il cubo di Emma ma invece che rollare canne come al solito do di
matto e bacio in bocca Mario , un onesto bacio a stampo . Mario prova a mettere la lingua ma io
mi allontano .
Scende Emma dal cubo e mi dice :
“ ma allora lo vedi che non sei me che vuoi ? ! d’ora in poi stammi alla larga bello !”
La scusa è buona per attaccare bottone e io lo attacco.
“ e perche sei scesa ? pensavi di avere l’esclusiva su di me? Mario mi ama alla follia e tu ? Tu che
fai ? “ Alchè Emma mi bacia con la lingua e io la tasto ovunque , mi viene subito dritto e glielo
faccio sentire . Emma non si ferma a baciarmi e mi balla vicino . E’ la notte più bella della mia vita.
Arriva Roberto che ci immortala con delle foto e poi ci offre cocaina . Stavolta no , magari alla
prossima si ma stavolta no.
Mario mi riaccompagna a casa insieme ad Emma e se ne va .
Io ed Emma ci spogliamo subito , poi ci tocchiamo . Io le do una leccatina poi quando meno se
l’aspetta la monto come si deve montare la più fregna del mondo . Come se non ci
fosse un domani . La domo e la faccio urlare dalla goduria .
Appare Hank ma non dice nulla , guarda e basta . Forse si fa una sega non lo so sto troppo
concentrato su Emma.
L’indomani il piatto è servito , ho da bruciare la chiesa.
Mi arriva una brutta chiamata . Mario è morto in un incidente stradale , molto probabilmente si è
voluto suicidare ed è andato contro un muro. Non so a chi rivolgermi e contatto Fra Gennaro , il
prete si rifiuta di parlarmi .
E’ tempo di bruciare la chiesa. Durante la mia meditazione pomeridiana mi appare di nuovo Hank.
“ Brucia la chiesa , tira fuori le palle ragazzo . Diventa il simbolo della tua generazione “
“sarà fatto amico “
Mi rollo qualche canna , forse le ultime da uomo libero poi riprendo la meditazione e penso
proprio che devo bruciare la chiesa e le cattive credenze che porta con se .
Da lucido è impossibile fare una cosa del genere quindi prendo le birre al bangla-market più vicino
e poi riempio le taniche di benzina.
aspetto che si faccia notte e poi ... Poi cospargo l’entrata della chiesa di benzina e le do fuoco.
Fra Gennaro però non c’è dentro e anzi lo vedo chiamare pompieri e polizia .
Sono spacciato . Sono stato visto. Corro di fretta e furia a casa . Presto verranno a prendermi.
Faccio l’amore un ultima volta con Emma che ancora stava a casa mia ed aspetto le guardie con
un coltello
in mano appena all’entrata della mia porta.
La polizia entra di forza in casa mia ma al primo sfortunato lo pizzico con una coltellata e lo
uccido .
Bang Bang .
Mi sparano alle gambe e mi gambizzano a vita.
Il dolore è atroce .
Mi portano in ospedale, passa qualche settimana e mi schiaffano dentro in galera per omicidio e
incendio doloso .
Mi appare Hank che mi dice solo : “ben fatto!”
Inizio le mie sedute di meditazione dalla carrozzina dove mi trovo . La meditazione non basta , ho
bisogno di pregare Dio e lo ritrovo .
Mi aspetta un posto nel regno dei cieli per il mio operato.
Ho salvato generazioni intere dalla codardia dello stare a sentire solo un prete o un papa e cosi
sia.Non rimpiango nulla a parte i fiumi di alcool che avrei potuto ancora bere , Emma ed il suo amore
e le canne d’erba.
Tegolino si fece coinvolgere a tal punto da Santiago Ilicic e dal suo racconto che si stappò una
birra che aveva nel frigorifero , aveva anche voglia di erba e cocaina ma non volle procurarsele . Si
girò una sigaretta di tabacco , la fumò e poi andò a letto.
4.
Era sabato e la settimana lavorativa di Tegolino era finita. Tegolino decise che era giunto il
momento di cercare autori nuovi , così andò ad una biblioteca pubblica vicino casa sua . La
raggiunse a piedi . Entrò in biblioteca e scrutò un pò di libri , poi ne scelse alcuni e si mise a
leggerli contemporaneamente ,prima il pezzo di uno e poi il
pezzo di un altro, su di un tavolo situato vicino all’armadietto dove vi erano contenuti i dvd.
Accanto a se c’era un vecchio che leggeva un libro di Freud e davanti a se c’era una sedicenne ,
una ninfetta, un gourmet di ragazza con cicatrici in faccia e in mezzo al petto.
Tegolino le sbirciava la scollatura , si accorse delle cicatrici e gli piacevano .Pensò di fare piedino
alla ninfetta da sotto il tavolo ,solo se fosse stato beccato o se la suddetta ninfetta non fosse
stata consenziente oltre alla figura di merda avrebbe rischiato di essere arrestato per pedofilia.
Se ne stette buono .
Il vecchio alla sua destra sembrava essersi addormentato su quel Freud mentre la ninfetta
riassumeva su di un quadernino quello che leggeva e un po giochicchiava col cellulare.
Ad un certo punto la ninfetta lesse qualcosa sul cellulare e scoppiò in lacrime , abbandonò libri ,
quadernino e astuccio e corse fuori dalla biblioteca. Tegolino , preoccupato per il suo oggetto dei
desideri , la seguì.
La sedicenne stava piangendo, sotto i suoi capelli un po castani ed un po rossi, sugli scalini
appena fuori la biblioteca.
Tegolino le disse :” ehi tutto a posto ?“
“le sembra che sto a posto?” disse la ninfetta. “lo vedo che piangi , ti posso aiutare? Che ti è
successo?”
“niente mi lasci stare”
“oh scusami se do fastidio me ne vado”
“No non se ne vada , è che il ragazzo che stavo frequentando ha detto che non vuole più
vedermi” “E’ un coglione allora , non bisogna mai piangere per dei coglioni”
“lei è cosi gentile a preoccuparsi per me ! Non è che per caso ha un fazzoletto per asciugarmi
“ “purtroppo no però ho la manica della mia felpa a cui non tengo molto “
“no non le voglio rovinare la felpa però è stato gentile. Mi sento meglio . Non devo piangere per
quel coglione! Io comunque mi chiamo Anisia , è un nome greco”
“ Io mi chiamo Tegolino e no non devi piangere per quel coglione. Senti ti va un caffè Anisia ?”
“ Si se non le stufa farmi ancora un po di compagnia . Se non sono troppo di disturbo”
Il trentunenne Tegolino e la sedicenne Anisia raccolsero le cose che avevano lasciato in biblioteca
e si diressero al bar più vicino.
Anisia era veramente bella e Tegolino era scioccato per quanto fosse bella e quanto gli piaceva
quella ragazzina e sperò di non dar troppo nell’occhio. Anisia ordinò un ginseng al bancone
mentre Tegolino un normale caffè . Presero le tazzine e si misero a sedere ad un tavolino.
“Che fai nella vita ? Oltre a proteggere l’anima delle ragazze indifese?”
“ Io lavoro alle poste, leggo molti libri , e ultimamente sto alla caccia dell’ammazza - bestie il serial
killer dei cani”
“Chi è l’ammazza-bestie?”
“E’ un’infame che lascia polpette avvelenate per strada per uccidere i poveri cani. L’ho letto sul
giornale settimana scorsa”
“E le tue indagini come procedono?”
“Ancora non mi sono attivato del tutto , sto ancora studiando l’argomento”
“Se vuoi ti posso dare una mano , sai anche io ho un cane e non oso immaginare cosa potrei fare
se gli succedesse qualcosa. Ti do il mio numero di telefono almeno ci teniamo aggiornati”
“Certo che mi fa piacere se mi aiuti . Dobbiamo prendere quell’infame”
“Senti, io ora devo andare sennò i miei genitori si preoccupano . Scrivimi o chiamami domani e
tienimi aggiornata”
“Certo , ciao Anisia a domani!”“Ciao Tegolino e grazie per oggi”
Anisia se ne andò , Tegolino ordinò un amaro al bancone , lo bevve e poi tornò a casa.
5.
Tegolino si alzò presto quella domenica e subito, per non perdere l’abitudine, si mise a leggere un
racconto di Santiago Ilicic.
JUAN SEBASTIAN di Santiago Ilicic
E’ notte e sono sveglio ,tutti dormono, a quanto pare sono l’unico pezzo di pazzo in circolazione
dentro questa clinica maledetta.
Non perdo tempo e mi dirigo nell’area fumatori ,santa area fumatori, mi
sono rimaste una decina di sigarette , credo che le fumerò tutte.
Domani è il grande giorno , domani si esce , domani torno alla libertà .
E’ passato circa un mese e mezzo da quando sono stato trascinato a forza con manette e camicia
di forza in questa location per psicopatici, è passata un pezzo della mia vita senza che io fossi il
vero padrone di questa. I bagagli son belli e fatti da almeno due giorni , non mi resta altro che
coricarmi aspettando che i miei genitori mi vengano a prendere e poi addio galera per matti.
“ Juan Sebastian sono arrivati i tuoi” “grazie Camilla , spero ci vediamo” “non qui però Juan
Sebastian mi raccomando”
“arrivederci fuori allora se non addio cara Camilla , devo dire che sei stata
veramente carina durante questa degenza”
“fai il bravo fuori di qui , addio”
E’ si un arrivederci vorrebbe dire una nuova reclusione, una nuova fine senza vie d’uscita ed allora
addio infermiera , spero di cavarmela come si deve nella vita quotidiana io che nella vita
quotidiana son sempre stato un casinista , non voglio più tornarci da queste parti .
“Juan Sebastian figlio mio , eccoci siamo qua per te” dice mia madre. “non vedevi l’ora di uscire è
?” dice mio padre .
In più c’è mia sorella Giovanna che mi ricopre d’affetto.
Io ho poche parole per loro , le medicine di cui sono imbottito non è che mi facciano parlare molto
anzi devo dire che mi spingono verso il mutismo più assoluto.
Montiamo tutti in macchina , abbasso il finestrino e assaporo il gusto dell’aria fresca in faccia
come farebbe un cagnolino , pensarmi cane mi fa sorridere tra di me , era da tempo che non
avevo più il riso in faccia , non mi pare vero , me lo gusto e me lo assaporo .
Nonostante tutto adoro la vita.
Fuori dal finestrino c’è Roma con la gente che si manda a fanculo dalle macchine e coi pedoni
che attraversano col rosso.
Scorgo il cupolone che regna sulla città eterna, è un bel vedere . Io sono cambiato ma la mia città
mi sembra sempre la stessa.
Il tragitto che mi riporta a casa non è poi cosi lungo, mio padre apre la porta , entro e noto subito
dei cambiamenti.
Le pareti sono state ripitturate di verde chiaro e la stanza dove dormivo io , che un tempo era di
mia sorella, è completamente cambiata . Non ci sono più le scritte che avevo fatto con la
bomboletta spray di vernice e tutti i poster e la mutande di una cicciona sono spariti.
A me viene assegnata la stanza dove un tempo dormiva mio padre ( i miei sono separati in casa ,
mia madre dorme ancora sul divano in salotto)è tutta in ordine e ripitturata.
I miei hanno il terrore che mi possano ancora venire serpi per la testa.Non posso dargli torto.
Sembra che casa sia di nuovo un posto vivibile grazie anche a zio Vittorio , è stato lui a pittare di
qua e di la su ordine di mia madre.
Entro nella mia nuova stanza , poso i bagagli e mi sdraio sul letto , le
medicine che prendo mi tengono sedato , i miei amici nel periodo passato in clinica sono spariti
tutti , non ho nessuno da contattare cosi incomincio a fissare il muro e a pensare.
Sono una sorta di mostriciattolo che nessuno vuole vedere , è come se avessi la peste , mi vien
da piangere. Continuo a fissare il muro ma non mi porta da nessuna parte, forse sto impazzendo
di nuovo .
Mi affaccio alla finestra e penso al suicidio.
Che schifo. Nessun uomo si meriterebbe su questa terra certi pensieri.
Per non saper ne leggere e ne scrivere crollo da sonno.Volete sapere il continuo?
Mi prende a male dovermi alzare dal letto, fosse per me ci passerei l’intera
mia esistenza e devo dire che già mi alzo tardi ma non è mai abbastanza . Voglio poltrire .
I soldi che mi danno per il mio disturbo schizofrenico sono pochissimi e devo sempre chiedere del
denaro a mia madre . Mi faccio schifo.
Non ho niente da fare a parte pubblicare post su Facebook che nessuno legge, ho il desiderio di
rinascere perché in questa vita qua mi sembra proprio di non poter far nulla.
Non ho qualità che servono alla società e anzi con me porto solo problemi.
Non ce la faccio proprio a sopportare tutto questo.
“Bruscolino ! lo sai che tu zio te vuole bene vero?” dice mio zio Vittorio entrando nella mia
camera.
“si zi ce lo so ma adesso lasciami in pace”
“stai sempre solo , non ti posso veder cosi”
“è la vita , evidentemente è ciò che mi merito”
“non le voglio sentire certe stronzate. Hai pensato a che potresti fare per passatempo? Per non
stare sempre a letto”
“che potrei fare zi ?”
“disegna , dipingi , domani zio ti porta una tela”
“ ma non saprei che farci”
“dammi retta , io pure ho passato momenti bui , fare le cose è un buon modo per non annegare”
“ va bene zio allora aspetto la tua tela , grazie.”
Dipingere mi sembra cosi buffo , però so che su tela ci si son sfogati diversi
scoppiati come ad esempio Van
Gogh .
In clinica appiccicavo pezzi di riveste alle pareti per ludo .
Ora potrei dipingere anche se non so disegnare.
Zio Vittorio imbocca il giorno seguente con la tela e mi dice :” diventa un artista”.
Non so che farci ,come e dove disegnare , mi scervello ma niente. Poi all’improvviso vedo un
vecchio vinile che non sento mai , lo prendo ed inizio a disegnare semicerchi sulla tela.
Non ha senso ciò che sto facendo ma almeno passo il tempo.
Finiti di fare i semicerchi cerco un oggetto di un’altra forma , non trovandolo tiro fuori la mia post
pay evolution dal portafoglio ed inizio a disegnare anche con quella.
Quello che ne viene fuori ?
Un ammasso di righe e curve che si sovrappongono, non fa niente , non lascio la tela cosi com’è
ed inizio a colorarla .
Coloro gli spazi che si son creati tra una riga ed una curva. Provo ristoro. Passa qualche giorno e
riviene mio zio Vittorio a casa.
“Bruscoli allora? come ti è andata ? fa vedere”
Gli faccio vedere quell’ammucchio di linee e colori che ho fatto su tela. Non sono soddisfatto del
mio operato e anche la faccia di zio Vittorio è titubante.
“ a zi il problema è che non so disegnare . Devo dire però che a colorare mi son trovato bene”
“Bruscoli dobbiamo trovare qualcosa che ti tenga impegnato seriamente ma che ti dia sollievo”
“Hai suggerimenti al riguardo zi?” “Sai quando facevo il muratore ho rimodellato dei mobili su
richiesta. E’ un lavoro duro perché prima devi scartavetrare il mobile con la carta per scartavetrare
i muri e poi lo devi ridipingere a tuo gusto. Ti senti pronto per farlo?”
“l’idea mi sembra buona , voglio farlo!”
Ci giriamo tutta casa in cerca di qualcosa da rimodellare, alla fine vedo la mia sedia di legno sulla
quale sto inchiodato diverse ore al giorno davanti al computer e decido di iniziare da lei.
Stavolta ho da che fare , non posso stare tutto il giorno a letto.
Mi alzo , mi vesto di fretta e vado al ferramenta più vicino , mi passano accanto delle donne che
non sanno che un giorno finiranno nel mio letto
per fare sesso con me . Questo lo so solo io . Un giorno diverrò un artista conclamato ed avrò
tutto il sesso che mi pare e piace per il mio godimento. Per il momento mi limito a segarmi su
queste donne che mi passano accanto.Entro dal ferramenta e chiedo tre metri di carta per scartavetrare i muri e della vernice bianca ad
acqua per diluire i colori. Seguo i consigli di mio zio Vittorio.
Torno a casa e mi precipito sulla sedia . Non mi pare vero di avere tra le mani una sfida da dover
vincere. Inizio subito a lavorarmela , la giro , la scartavetro con tutta la forza che ho in corpo , con
una rabbia da matto col botto.
Sono impegnato tutti i giorni con questa sedia , i miei genitori mi guardano ogni tanto e nel
vedermi
finalmente impegnato in qualcosa di costruttivo sono felici.
Ascolto musica per lo più classica , i nervi paiono al punto giusto finalmente nella mia vita.
Una volta finito di scartavetrare inizio finalmente a dipingere.
Dipingere mi fa tanto bene oppure
no , mi fa toccare il cielo con un pennello e mi fa ripensare a Jessica. Quanto l’amavo quella
donna, fui frainteso quando le scrissi che mi faceva sborrare.
Io ripresi un consiglio di Franco Califano che diceva che non c’è complimento maggiore da dire
ad una donna che confessarle che ti masturbi su di lei.
Fui preso per stalker.
Avrò il mio riscatto , diventerò un artista di successo ed allora potrò
ripresentarmi da Jessica ed al suo locale dove lei fa l’Art Director.
Le chiederò scusa per i miei modi e lei forse mi perdonerà.
Ogni fottuto mese devo andare dalla psichiatra dell’asl porco di qua e porco di la.
Mi fa perdere tempo io ho la mia sedia da portare avanti.
“Ciao Juan Sebastian come stai?” “Bene”
“Le stai prendendo le medicine? “Si”
Fine delle trasmissioni .
Non mi dice mai nulla di interessante questa psichiatra . Non mi fa parlare di nulla . Mi fa solo
perdere tempo. Racconto l’accaduto ai miei genitori e di comune accordo decidiamo che per il
mio meglio sarebbe buono uno psicologo privato col quale potermi sfogare.
Tanto paga mia madre.
La prima psicologa col quale ho un colloquio mi fa sdraiare su di un lettino e mi dice di parlare un
po di me . Io le racconto che sto dipingendo una sedia , lei mi consiglia un mercatino a Parioli
dove poterla vendere. Non capisce tutto il lavoro che sto facendo , per me è una borghesuccia e
basta . Bocciata , avanti un’altra.
La seconda psicologa con la quale faccio un colloquio mi fa sedere su di una sedia e face to face
mi dice che se mi dimagrisco chissà quante donne posso rimorchiare. La trovo sciatta , priva di
competenza . Bocciata anche lei.
Il terzo psicologo col quale ho un colloquio si chiama Eric. Eric mi spiega nel dettaglio la mia
situazione clinica raccontandomi del mio
disturbo schizofrenico
schizoaffettivo , mi fa capire come sto messo ma mi da speranze sul fatto che lavorando su me
stesso posso ottenere soddisfazioni nella vita.Promosso.
Da quando mi son messo a dipingere la prima sedia i miei genitori , vedendomi al lavoro per
qualcosa di importante, mi hanno dato a disposizione tutte le sedie di legno che ci sono in casa
cosi ho potuto sperimentare.
Sto in camera con la sedia davanti e per istinto mi viene in mente che devo addobbarla per
renderla particolare. Al centro del sedile metto la mia sigla ma ciò non mi basta cosi senza
pensarci due volte prendo un vecchio vinile con la colonna sonora di gesu cristo superstar e ce lo
appiccico sulla sedia la dove c’era la mia sigla.
Contento ma non troppo strappo pagine dal fumetto “diabolik” e le appiccico sulla sedia
colorata.
E’ un bel vedere. Finalmente l’opera è al completo.
“Bruscoli ma che hai fatto?”
“In che senso zi?”
“il mio vinile sulla sedia, quello vale oro”
“lo so zi ma a me non piaceva , almeno ora è utile a qualcosa” “vattene a fanculo”
Mio zio Vittorio sbatte la porta ed esce dalla mia stanza .Non è d’accordo sul riutilizzo dei vinili.
I vinili sono i suoi , glieli ho rubati io da casa di mia nonna dove stavano buttati.
Ora assumono tutt’altro valore. Vedo la tv e mi sembra che ce l’abbiano con me, stanno facendo
un’intervista ad un artista di successo .
“Juan Sebastian perche proprio le sedie ?”
“ che ne so , forse perche sono da sedia elettrica o che ne so forse perché è l’oggetto di legno
che mi relegava davanti al computer , immobile, per ore ed ore.”
“comunque ho io una domanda per voi , sentite qua: se io esponessi le mie sedie con i fumetti di
diabolik sopra appiccicati in un museo e se io fossi pagato dal museo per le mie sedie dovrei per
caso dare parte dei soldi agli autori di diabolik o loro dovrebbero pagarmi perché io faccio
pubblicità al loro fumetto?”
Parlo dell’accaduto con Eric, il mio psicologo che tutto incuriosito mi dice se gli faccio vedere le
sedie.
Mi consiglia subito di promuoverle , di crearmi una pagina Facebook per le mie opere.
Appena torno a casa creo subito la pagina “pitta ciò che hai più che puoi” con le foto delle mie
opere , e metto in evidenza i post cosi da poter raggiungere più gente possibile.
A contattarmi per le mie sedie sono in migliaia , tanti mi scrivono in privato , tanti mi mettono mi
piace . E’ un sogno.
Finalmente ce l’ho fatta, alla faccia di chi pensava non potessi fare nulla nella vita.
Mi rimane una cosa sola da fare : ricontattare Jessica.
Le scrivo : I’m so sorry
Le chiedo scusa e le dico di amarla ancora .
Mi contatta un collezionista-amatore in privato , mi dice di voler esporre le
mie sedie ad una mostra . Mi segno il suo nome.
Finalmente ci siamo , incontro questo collezionista - amatore e gli consegno le sedie cosi che
parte dei proventi della mostra vadano a me.
E’ la fine, la fine di tutto quel figlio di puttana non era che un ladro .
Si è preso le sedie , le mie sedie. Sono un idiota , ci siamo solo scritti su facebook , non ho
neanche il suo numero di telefono.
Non lo posso neanche denunciare , non so chi sia.
Porco di qua porco di la , rompo la porta della mia stanzetta, spacco le ultime sedie che mi sono
rimaste e racconto l’accaduto ad i miei genitori . Loro mi guardano come si guarda uno scemo e
peggiorano la situazione . Non so che fare . Tutto il
mio lavoro è stato scippato. Mi voglio suicidare
Si è giunta la fine per me.
Non ho più nulla da perdere e ricontato Jessica , le prometto di nuovo amore eterno ma lei niente
non mi risponde e allora lo volete sapere che faccio?
Le mando la foto del mio cazzo cosi da impressionargli la memoria.
Mi citofonano a casa , dico : “Chi è ?” “sono Gennaro , sai chi sono” Gennaro è un amico di
Jessica.
Lo faccio entrare e gli dico : “ fino a qui sei arrivato”
“si che sono arrivato fino a qui, se riprovi ad importunare Jessica io ti uccido. E sappi che se ci
riprovi ancora ti denunciamo alla polizia”. Chiunque sotto minacce simili si sarebbe impaurito .
Soprattutto
essere denunciato ed infamato mi terrorizzava.
“mi fai schifo “ mi dice mio padre e mia madre si mette a piangere ogni volta che mi vede. Sto nel
baratro e stavolta più di altre volte non so come uscirne.
Basta allora , basta sedie , basta psicofarmaci , basta Eric.
Con gli ultimi soldi che mi sono rimasti scendo di casa e vado ad alcolizzarmi.
Giorno dopo giorno la gara con me stesso è finire sempre più ciucco le giornate .Almeno parlo
con chi mi da da bere e torno a sciogliermi con la lingua.
Sono rintronato ma almeno sto portando avanti una filosofia di vita che ho interiorizzato da
tempo. Persino mio zio Vittorio non mi parla più.L’alcool che preferisco sono le birre, me ne bevo almeno 5 al giorno ed in più ci aggiungo in
abbinamento il vino con shottini di superalcolici.
Ogni sera muoio ed ogni mattino rinasco.
E ricomincio cosi tutti i giorni.
Mi avventuro , scorgo i murales e vedo tutto ciò che passano le strade. Un giorno mi imbatto in un
annuncio di un corso teatrale .
Non so perchè ma mi segno il numero ed il giorno seguente chiamo per fissare un appuntamento.
Vado alla lezione e trovo gente allegra che dio l’aiuta.
Facciamo esercizi introspettivi tipo camminare immaginandosi di entrare nell’acqua , nel mare.
Tutto ciò che riguarda il teatro diventa a questo punto della storia di mio interesse .
Studio alla grande soprattutto Artaud , lo ritengo uno scoppiato vero.
Sono di nuovo un amante della vita. “ Juan , hai mai pensato di diventare un comico satirico?”mi
dice Leonardo, un attore della mia compagnia.
“sai si fanno bei soldoni con la satira!”
Gli do retta ed inizio a scrivere i miei testi , spinto ed invogliato dalla mia compagnia teatrale mi
vado ad esibire ad un open mic in un locale a San Lorenzo.
La mia seconda vita parte da qui , mi contatta un impresario che vuole che mi esibisca tutte le
sere al suo locale a trastevere.
Riesco finalmente ad ottenere la mia indipendenza economica per potermene andare via da casa
dei
miei genitori e bere birra in santa pace.
Ora che avete letto tutto sto popò di roba non vi siete ancora chiesti chi ve lo ha fatto fare a
giungere fin qui?
Un giorno avrebbe voluto incontrare Santiago Ilicic , questo era il desiderio di Tegolino.
Non gli restava che andare da Mimmo , il giornalaio, e comprare “il Portatore di notizie” per
aggiornarsi sull’ammazza-bestie.
Quella mattina Tegolino si sentiva particolarmente su di giri , avrebbe letto il giornale e poi
avrebbe immediatamente contattato Anisia.
Tegolino andò da Mimmo e disse :”Tu proprio non ne sai niente dell’ammazza-bestie?”
“No te l’ho gia detto che non li leggo i giornali che vendo , comunque chi sarebbe questo
ammazza- bestie?” rispose Mimmo .
“E’ un infame che ammazza i cani con delle polpette avvelenate . L’ultimo ritrovamento di cane
stecchito è stato a San Basilio”
“Ah io la ci vado a comprare l’erba”
“Davvero? Io ormai sono anni che non mi faccio un cannone”
“Tegolino ,se vuoi fumare basta chiedere. Vieni a cena da me stasera che fumiamo insieme . Ti
preparo il mio piatto preferito : polpette fritte , ricetta della nonna “
Tegolino accettò senza remore e si diede appuntamento con Mimmo per cenarci insieme e farsi
dei cannoni d’erba.
6.
L’ammazza-bestie aveva colpito ancora , questo aveva letto Tegolino sul giornale comprato da
Mimmo .
Stavolta la vittima era un cane di un villetta abusiva a Tiburtino Terzo , un quartiere non molto
lontano da San Basilio.
Qualcosa sfuggiva a Tegolino , era come se avesse ingamato una pista non si sa come e non si sa
quando però senza riuscire ad unire i puntini che gli avrebbero permesso di sgamare l’infame che
uccideva i poveri cani.
Decise di scrivere ad Anisia , colei che non ha eguali.
Le scrisse ciò che aveva letto sul giornale e che stava sul punto di avere un’epifania e di risolvere
il caso .
Anisia non rispose . Tegolino si fece prendere dalle paranoie e siccome stava di cattivo umore
scelse di non andare quella sera a farsi cannoni d’erba da Mimmo.
La caccia all’ammazza-bestie non era più come prima , aveva perso di fascino ma non di valore
senza il supporto di Anisia ed in più l’epifania che era in procinto di venir fuori scomparve e
Tegolino tornò a brancolare nel buio.
7.Tegolino tornò dallo psicologo quel lunedì di quell’insulsa settimana senza Anisia tra le sue chat.
“ehi Tegolino a cosa stai pensando ? “ disse il dottor Tagliaerba.
“è come se avessi avuto un poker d’assi tra le mani senza che io sia andato a vedere il punto
“ rispose Tegolino.
“ che intendi ?”
“per una questione di umore dovuto al fatto che una ragazzina non ha risposto ad un mio
messaggio non ho fatto una cosa di cui ora mi pento “
“cerchiamo di ricostruire i fatti , chi è questa ragazzina ? Quanti anni ha? E cos’è che non hai fatto
di cosi importante?
“niente dottore , la ragazzina l’ho incontrata in una biblioteca pubblica e tra una cosa e l’altra mi
ha dato il suo numero di telefono , comunque ha 16 anni credo”
“ok , sai a cosa vai incontro a frequentare una minorenne?”
“ci ho solo parlato e l’ho aiutata quando stava piangendo”
“torniamo al fatto che ti turba , cosa ti è mancato dopo che la ragazzina non ti ha risposto ?”
“un pubblico a cui mostrare la mia missione. Sa, sto cercando di catturare l’ammazza-bestie .
Non so se ha letto la cronaca di Roma ultimamente”
“si si l’ho letta , e cosi tu staresti sulle tracce di quell’assassino ? “
“ si e mi sembrava che stavo ad una svolta , avevo intuito qualcosa ma ora mi sfugge ed ho una
grande confusione in testa”
“se la ragazzina ti avesse risposto al messaggio tu cosa avresti fatto quella sera? “
“sarei andato a mangiare polpette fritte e a fumare cannoni d’erba da Mimmo , il giornalaio”
A quel punto Tegolino si scosse , ebbe un brivido . Collegò il fatto che i cani venivano ammazzati
con polpette fritte avvelenate e che la specialità che Mimmo , il giornalaio , voleva propinare a
Tegolino erano proprio polpette fritte di un frequentatore della zona San Basilio dove venivano
uccisi la maggior parte dei cani.
Tegolino ringraziò il dottor Tagliaerba e se ne andò tutto euforico per avere una pista , la pista
delle piste ,la risoluzione del caso .
8.
Tegolino era stufo di leggere libri e giornali , voleva passare all’azione .
Secondo lui ,Mimmo,il giornalaio , era l’ammazza- bestie ma lo avrebbe dovuto dimostrare .
Provò per un ultima volta a scrivere ad Anisia un messaggio :
Cara Anisia non ci crederai ma so chi è l’ammazza- bestie . Non posso ancora dirti niente perché
devo incastrare il fottuto stronzo assassino . Se puoi rispondimi.
Anisia lesse il messaggio e tutta incuriosita decise di rispondergli .
Tegolino e Anisia , visti i fatti decisero di andare insieme da Mimmo per una sorta di
interrogatorio , per incastrarlo .
9.
Tegolino ed Anisia si diressero all’edicola di Mimmo la domenica seguente.
“ ciao Tegolino , vedo che oggi stai in dolce compagnia” disse Mimmo .
“è una mia amica “ disse Tegolino
“piacere Anisia “
“ sentite , volete un giornale o dei fumetti ? Il solito per te Tegolino?”
“ si il solito , e se ce n’è ancora l’occasione mi piacerebbe fumare un po d’erba con te a casa tua
sempre se l’invito è ancora valido”
“vengo anch’io se mi è permesso “ disse Anisia.
“ certo che siete i benvenuti a casa mia , vi preparerò delle succulenti polpette fritte. Per voi
stasera è ok ? “ disse Mimmo.
“ certo “ risposero all’unisono Tegolino ed Anisia. I giochi erano fatti , i tre si sarebbero trovati a
cena insieme quella sera .
10.
Mimmo abitava non troppo lontano dall’edicola in una villetta sull’Aurelia.
La casa era spettrale , c’erano busti di cani , foto di cani e giochetti per cani in ogni dove .
Tegolino e Anisia subito si accorsero di stare a cospetto di uno squilibrato e gli venne una sorta di
paura . Non si fidavano affatto di Mimmo e si chiedevano il perché li avesse voluti nella sua villetta
senza troppi problemi.Per rompere il ghiaccio Mimmo rollò un cannone d’erba e lo passò ad Anisia per prima e poi a
Tegolino.
serial- killer.
Sembrava che Mimmo fosse attratto da Anisia e che Anisia ricambiasse le attenzioni del presunto
Tegolino dopo l’ennesimo cannone era tutto fatto e confessò a Mimmo il motivo per cui stavano
tutti insieme quella sera .
“Mimmo per me sei te l’ammazza-bestie” e si mise a ridere .
Mimmo che era più fatto di Tegolino gli rispose : “ certo che si che sono io e non vedevo l’ora che
qualcuno mi scoprisse “ e scoppiò in una fragorosa risata.
Anisia che aveva solo 16 anni reggeva la droga meglio di quei due imbecilli e disse : “ ok allora il
caso è chiuso ti costituisci, anche se un po mi dispiace , era cosi eccitante stare sulle tracce di un
serial-killer”
“ non sai quanto è eccitante andarci a letto con un serial-killer “ disse Mimmo
“ah si ? “ disse Anisia .
Tegolino sbottò a ridere e disse :” Mimmo perché non ce la facciamo in due questa ragazzina”
“ e perche no ? “ disse Anisia aggiungendo” chi mi viene in bocca e chi mi viene in culo ?”
Scoppiarono tutti e tre a ridere .
Mimmo si spogliò subito e cosi fece anche Tegolino .Anisia volle essere corteggiata, toccata
baciata prima dell’orgia, così i due le si avvinghiarono
addosso , la leccarono , le si strusciarono ed infine la misero a pecorina .
Mimmo le venne subito in culo mentre Tegolino ci mise un pò a sbobbarle in bocca .
Erano tutti e tre stravolti e cosi si addormentarono. La mattinaseguenteAnisiaeTegolino
accompagnarono Mimmo dalla polizia dove confessò tutti i cani che aveva ucciso.
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